SERRAMANNA (CA), UNA COMUNITÀ IN LUTTO PER L’OMICIDIO DI MARISA

Si chiamava Marisa ma per le statistiche è la 24^ vittima di femminicidio dall’inizio dell’anno ad oggi. Una donna dolce e gentile, così la descrivono i suoi vicini di casa, ancora sconvolti per la sua morte.

 
Un omicidio al momento senza un perché, culminato dopo un litigio furibondo tra i due. Quaranta coltellate. Forse anche più. Sferrate in diverse parti del corpo mentre lei cercava di difendersi, di fuggire via. Inutilmente.
 
Dopo aver ammazzato la moglie l’uomo ha rivolto il coltello verso se stesso colpendosi più volte al petto. I carabinieri lo hanno trovato in camera da letto, steso accanto al corpo della moglie, ma ancora vivo.
 
Era lei, Marisa, 51 anni, a mandare avanti la famiglia, assistendo alcuni anziani di Serramanna, comune del cagliaritano, dove risiedeva dopo il matrimonio con Giovanni, falegname da tempo disoccupato. Dicono che mal sopportasse le restrizioni dovute al covid-19. E che spesso avesse violato le norme e per questo anche sanzionato.
 
Gli inquirenti indagano per chiarire la dinamica del delitto e soprattutto per accertare i motivi che hanno innescato la violenta lite sfociata in tragedia. L’uomo, attualmente ricoverato al Brotzu di Cagliari, se sopravvivrà, sarà arrestato con l’accusa di omicidio.
 
‘Non ce la faccio più senza di lei, non ce la potrò fare’, ha urlato fuori dal balcone mentre affondava la lama sul suo petto per farla finita. La stessa con la quale ha colpito Marisa. Uccisa brutalmente dopo averle giurato di prendersi cura di lei, di proteggerla e di amarla.
Chiara Farigu